La Leggenda di Gilgamesh

Gilgamesh sovrano di Uruk una delle prime città del mondo, esisteva già nel 4000 AC.

Un personaggio tra mito e realtà, descritto come un semidio ma allo stesso tempo risulta tra gli elenchi dei re che governarono Uruk.

La bellezza di questo testo, scritto appunto circa 6000 anni fa in scrittura cuneiforme è quella di farci capire come le leggende e le religioni si siano formate attingendo a storie precedenti.

Ad esempio in questo testo è ben descritto il diluvio universale che interessò la terra (“Al settimo giorno lasciai uscire una colomba, la quale subito tornò indietro, perché non aveva trovato alcun luogo dove posarsi. Mandai dunque una rondine, e anche questa si posò sulla cima dell’arca. Infine lasciai volare un corvo, il quale trovò un lembo di terra e non tornò indietro, perciò compresi che le acque si erano finalmente ritirate e che era tempo di scendere dall’imbarcazione.” ), e tante altre vicende riprese poi dalla mitologia greca.

Un testo da leggere assolutamente per capire come nel corso dei secoli e della storia, miti e leggende antiche siano stati presi e rielaborati successivamente.

Buona lettura.

“Così facendo, hai solamente avvicinato il tuo destino. Arrancando vestito con sole pelli usurate, incurante del caldo e del freddo, o vagando disperato nel deserto, non allontanerai certo la morte, piuttosto il contrario. Gli dèi hanno stabilito che tutti gli uomini debbano morire, e tu non sei diverso da loro, perciò sii contento di ciò che è stato preparato per te. Non sei un semplice vagabondo, bensì il grande re di Uruk, un uomo valoroso e splendente, al quale gli dèi hanno destinato un trono e un regno. Continuando così resterai invece nella polvere e nella follia, e alla fine, come tutti, la morte verrà a prenderti”.”

(da “La Leggenda di Gilgamesh (Meet Myths)” di Mila Fois)

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