Niente di nuovo sul fronte occidentale

Ho usato spesso questa frase “Niente di nuovo sul fronte occidentale” per significare nessuna novità e alla fine mi sono deciso a leggere il libro.

Bello e struggente allo stesso tempo. Ragazzi che stavano progettando una vita, un futuro, catapultati in modo coatto nella tragedia della prima guerra mondiale.

Un romanzo che trascende l’appartenenza a questa o quella nazione.

Una storia ricca di tante sfumature umane, il fanatismo che si disintegra nella realtà della guerra.

Un libro da leggere assolutamente.


“Albert sintetizza il tutto: «La guerra ci ha guastati per sempre». Ha ragione: non siamo più giovani, non ci interessa più dare l’assalto al mondo. Siamo dei profughi, fuggiamo da noi stessi. Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo e l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro. La prima granata ci ha colpiti al cuore. Siamo esclusi ormai dall’attività, dal lavoro, dal progresso, non ci crediamo più.
Crediamo nella guerra.”
(da “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque, Stefano Jacini)

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