Ferdinando Gamboa vuole, attraverso questo romanzo, raccontare la sua esperienza diretta e indiretta della Guinea Equatoriale.
Colonia spagnola fino al1964 e poi diventata repubblica indipendente o meglio dittatura dipendente.
Il romanzo, attraverso la sua giovane protagonista, vuole accendere un riflettore su quella parte di Africa dove una dittatura dispotica e disumana opprime il suo stesso popolo più di quanto non abbiano fatto i bianchi colonizzatori.
Con mia grande sorpresa ho rivisto in Gamboa alcuni tratti visionari di Carlos Ruiz Zafón.
Tanyobe vero che il finale mi ha lasciato interdetto.
L’ho trovato avvincente, mi ha portato a conoscere una parte d’Africa che non conoscevo, le etnie e la fauna che la caratterizzano.
Un romanzo da leggere perché lascia sensazioni forti e profonde che sono spunti di riflessione.
“Voglio che tu capisca che i grandi cambiamenti e le rivoluzioni hanno sempre dovuto far ricorso alla violenza, per raggiungere i loro scopi. Credi che i sanculotti avrebbero preso la Bastiglia con fiori e chitarre? Quando un popolo realmente oppresso desidera affrancarsi, è sempre costretto ad usare la violenza, perché è l’unico mezzo che gli rimane, abituato ad essa proprio da coloro che desidera spodestare.”
(da “GUINEA: Oltre l’avventura” di Fernando Gamboa, Valeria Martis)
