Il Matematico che sfidò Roma

Come non amare Archimede, che direttamente o indirettamente – chi non ha mai sentito parlare del – Pi greco – è entrato a far parte di quella schiera di uomini di scienza immortali che hanno contribuito al progresso dell’umanità.
In questo romanzo ne viene svelato il carattere, l’indole di un uomo di scienza che osserva il mondo e la natura e ne cerca di descrivere il funzionamento da un punto di vista razionale matematico, ma soprattutto ne osserva e ne esalta l’armonia.
Tutto ciò che ci circonda ha un moto armonioso, concetto che spesso ribadisce al suo aiutante Dinostrato.
La guerra è in atto Roma ha deciso di estendere la sua Longa mano su Siracusa e Archimede usa la sua scienza per costruire macchine di difesa che sono l’espressione del suo genio.
Le ipotesi sul suo assassinio, il genio e la sregolatezza. Questo romanzo l’ho trovato molto interessante e sicuramente aiuta a conoscere un po’ meglio questo grande Genio.

“«È questo, il grande traguardo del mio padrone: far comprendere agli uomini che l’arbitrio dei potenti, le pretese dei tiranni, la spocchia dei nobili, la superbia dei re, di fronte alle Leggi Naturali sono nulla. La consapevolezza delle Verità Matematiche Uniche ed Eterne, dice il maestro, rende gli uomini uguali sotto il cielo.» Tacqui.”

(da “Il Matematico che sfidò Roma – Versione integrale: Il romanzo di Archimede” di Francesco Grasso)

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